Immaginari K

Laboratorio di scritture indecise

I territori del Terzo luogo I territori del Terzo luogo

1-3 Dicembre. Gli steli spezzati suggeriscono il percorso del gruppo, ormai lontano nel grande mare di trifogli. Alti alberi di pino schermano il cielo come una grotta di stalattiti, arbusti di un verde brillante e primaverile, nonostante siamo già in dicembre, ondeggiano al vento disseminando fiori di tanto in tanto.


Siamo a Lecce, nel cuore della città che corre al ritmo dei clacson e dei semafori, dei cartellini timbrati in ufficio e delle fotocopiatrici in piena attività. Eppure in questo accordo di rumori sordi e spezzati, sopravvive un assolo controtempo, un'eco di silenzio incorrotto colorato in ogni tonalità di verde, profumato di resina e di ossigeno. Il parco dell'ex Galateo sorge nel cuore del quartiere Leuca, è un immenso polmone della città, e tuttavia da decenni tra passaggi di proprietà e progetti mancati, è precluso ai leccesi. Qui, nei giorni tra l'uno e il tre dicembre 2017, si è aperto il nuovo campo d'indagine degli Incontri del terzo luogo delle Manifatture Knos, promossi quest'anno nell'ambito del progetto "Knos Orchestra senza confini".


Architetti e neo laureati, studenti, tecnici, cittadini vi arrivano in bicicletta insieme a due guide d'eccellenza, Gilles Clément e Patrick Bouchain, il primo ispiratore del laboratorio che quest'anno festeggia il suo primo lustro di attività, il secondo eminente collega promotore del concetto di architettura partecipata. Con loro anche Loredana Capone, assessore della Regione Puglia che detiene la proprietà dello spazio.
Dopo cinque anni, dicono, bisogna fare il punto e raccogliere lo slancio per stendere una nuova pagina dell'esperimento. Le Manifatture Knos con la loro immensa spianata di asfalto sono state il primo terreno dell'esercizio collettivo di riappropriazione degli spazi urbani e di attecchimento del "terzo paesaggio", uno "spazio d'indecisione" nel quale la casualità dello sviluppo della natura nutre lo spazio mentale degli esseri umani, lascia aperta la possibilità all'imprevisto di accadere. 


Borgo San Nicola e le marine leccesi hanno ampliato il raggio dell'esplorazione.
L'ex Galateo, con la sua immensa pineta incolta che abbraccia un grande complesso abbandonato, prato alto sino alle ginocchia, vecchie vetrate infrante dal vento e dal passaggio scomposto di vandali d'occasione, rappresenta la nuova scommessa del grande gruppo di lavoro strutturatosi nelle dieci sessioni degli Incontri, il varco eccellente verso la città del futuro di cui parliamo e sogniamo da anni.
Dalla Regione Puglia giunge una timida proposta di cessione a privati per farne un mega hotel di lusso, con l'area del parco accessibile ai cittadini. Il Comune di Lecce avanza l'idea di destinarlo a social housing. Diverse associazioni rivendicano una gestione pubblica e collettiva dello spazio verde.
Molte le voci, molte le opinioni che si levano tra questi pini, nel primo pomeriggio di un sabato dicembrino. 


La Trax Road, dice qualcuno, avrebbe dovuto essere un'oasi necessaria in una periferia della città, eppure i continui atti vandalici segnalano l'esistenza di un'anomalia, forse la mancanza di un gruppo di cittadini direttamente impegnati nella cura e nella promozione dell'area. La foresta urbana, dice qualcun altro, è un esperimento riuscito di salvaguardia e fruizione del verde, grazie all'impegno dei volontari del Wwf. «Il giardino del Galateo è praticamente pronto - commenta Gilles Clément - si tratta soltanto di introdurre altre specie vegetali e un sistema di gestione molto dolce». Ma da dove cominciare?
«Innanzitutto aprire le porte, abitare il luogo, riattivarlo, affezionarvisi - dice Patrick Bouchain - quando ero giovane e avevo pochi soldi, se volevo viaggiare in Europa facevo tre fermate di metro e raggiungevo il Parc du Boulogne a Parigi, dove potevo incontrare molti cittadini stranieri oltre a vivere un'esperienza nella natura. Come allora, anche oggi questo progetto necessita di un piccolo budget e della sola presenza delle persone. Sono queste il valore aggiunto, il valore sociale della riappropriazione di uno spazio abbandonato».
Davanti a sfide complicate, spesso la risposta è la più semplice. La storia stessa del luogo, suggerisce Bouchain, è la spia in grado di segnalare il nuovo percorso da compiere. «Questo posto era un sanatorio, un luogo ideato per lavorare sulla respirazione: e così, anche oggi potrebbe essere concepito come uno spazio di riferimento della salute cittadina, un polmone della città. E in questo quadro il giardino non può essere scisso dall'architettura che vi sorge al centro: il giardino esiste per quell'immobile, e l'immobile non ha senso se non collegato a quel giardino».


Questo pomeriggio, i primi pionieri del processo che tentiamo di avviare sono persone come loro, Dario, architetto e agricoltore arrivato da Bologna per partecipare alla riflessione collettiva di questi giorni, Daniela, assistente sociale, e Giacomo, infermiere, entrambi interessati alle attività che potrebbero essere impiantate in questo spazio, Rosario, volontario del Wwf che invoca il principio di sussidiarietà orizzontale e rivendica la gestione partecipata del parco, «perché come è accaduto con le Knos, quando un posto inizia ad essere frequentato e rivitalizzato poi arrivano anche i fondi europei».


In questi giorni una galassia di progetti, testimoni, mondi invade l'area di lavoro delle Manifatture Knos. Tuttavia il senso stesso dei nostri Incontri si raggruma qui. «La ricerca degli Incontri è nata perché volevamo capire, con Gilles, cosa succede quando si inizia a pensare e vivere spazi che pur prevedendo la presenza umana restano indecisi. È per questo motivo che, con molti dubbi, nel 2012 abbiamo iniziato a parlare di "terzi luoghi": ora se ne parla in tutta Europa - riflette Michele Bee di Knos - in quest'ultima edizione abbiamo potuto conoscere più da vicino il lavoro di Patrick Bouchain che ci ha spiegato cosa abbiamo fatto noi in dieci anni dando vita alle Manifatture Knos: abbiamo dato un valore a un immobile che non lo aveva e che adesso è inseparabile da esso. E ora speriamo di iniziare nuove avventure, come quella dell'ex-Galateo».

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